LIBRI
L’ambientalismo possibile
La transizione energetica è centrale per il futuro del pianeta. Una nuova alleanza fra economia ed ecologia è possibile, per tenere insieme sviluppo e sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Gli autori di questo libro cercano di fare luce sulle trasformazioni sociali in atto, ammonendo circa i rischi di un ambientalismo ideologico, radicale e anti industriale, che si fa strada in Occidente. Un ambientalismo delle “Ztl”, da “decrescita felice”, che, lungi dal proteggere l’ambiente, rischia solo di indebolire l’Occidente e renderlo subalterno a quei Paesi che inquinano e utilizzano le terre rare, necessarie alla transizione energetica, come armi di una guerra non convenzionale. Per vincere le sfide della geopolitica, invece, serve un ambientalismo pragmatico e possibile, a sostegno dell’economia, e che non si proponga come freno allo sviluppo.
Il turismo sostenibile
L’attività turistica è diventata un elemento determinante nell’evoluzione del sistema umano, influendo in maniera sempre più evidente sul nostro “ambiente”, modificandolo a volte radicalmente in tutti i suoi elementi, fisici, biologici, antropologici, assumendo di volta in volta, e a seconda dei casi, aspetti drammatici e colpevoli o invece estremamente positivi per quelle popolazioni e per quei luoghi che ne sono colpiti e coinvolti. Il turismo è un’industria del territorio e come tale deve essere trattato, diventa quindi necessario salvaguardare il patrimonio culturale e paesaggistico, che è l’esempio più significativo di capitale territoriale e culturale che l’Italia ha per esprimersi ai massimi livelli mondiali nell’impresa turistica.
Lo sviluppo ecosostenibile
Il vasto problema ambiente racchiude in sé le basi della realizzazione dello sviluppo, inteso sia come necessità di una produzione sostenibile rispetto alle risorse naturali disponibili sia come sostenibilità nel tempo del benessere individuale e sociale. Se la sostenibilità deve diventare cultura diffusa e stile di vita dei cittadini al pari di altri princìpi come la democrazia e la libertà, concepire la diminuzione dell’inquinamento come una riduzione della produzione di beni e servizi comporterebbe una caduta della qualità della vita. È molto importante continuare a produrre tutto quello di cui abbiamo bisogno ma consumando meno energia e meno materiali. È necessario sviluppare una nuova coscienza imparando nuove regole da seguire non solo per la salvaguardia del territorio ma per il futuro sviluppo economico e sociale, migliorando le condizioni di Ben-Essere di tutti.
Popolo e populismo. Dalla crisi dell’Europa alla rinascita della democrazia. Come ricostruire insieme un’Italia migliore
Dove stanno andando l’Italia e l’Europa? Le politiche del rigore degli ultimi anni hanno creato un diffuso malcontento nei vari Paesi del vecchio continente e la crisi economica iniziata nel 2008 ha dato la spinta definitiva al risentimento contro i tagli operati dalla Commissione europea, identificata come l’origine di tutti i mali. I partiti socialisti sono stati travolti dal nuovo populismo antiestablishment. L’euro ha favorito prevalentemente il mercato tedesco, mentre l’austerità «espansiva» è stata la regola nelle politiche economiche europee, con tagli alla spesa pubblica anche nei momenti di crisi: queste politiche hanno aggravato la recessione anziché mitigarla, riducendo i consumi e il PIL. Il surplus commerciale tedesco si regge dunque sui debiti degli altri Stati europei, provocando effetti devastanti come la crisi greca e la nascita del populismo su scala globale. Molti Paesi sentono la necessità di un nuovo realismo politico. La globalizzazione ha favorito una convergenza tra economie del Primo e del Terzo Mondo, per esempio con l’ascesa della Cina, aumentando le diseguaglianze all’interno dei singoli Stati, soprattutto ai danni della classe media. Senza dimenticare, sullo sfondo, i cambiamenti dell’America di Trump, con la fine dell’atlantismo come lo abbiamo conosciuto negli ultimi settant’anni. “Popolo e populismo” affronta con metodo e attenzione tutte queste problematiche, e racconta con lucidità la situazione politica italiana e internazionale, gettando uno sguardo sul futuro che ci attende.
Quanto ci costa essere italiani? Diario della giovane impresa ai tempi della crisi
La cultura d’impresa, la sostenibilità ambientale, le energie giovani e alternative, gli esempi di chi si impegna a cambiare in meglio le cose, con coraggio, innovazione e tecnologia. Angelo Bruscino, giornalista e imprenditore impegnato nella Green Economy, propone al lettore, rivisitando in chiave semi ironica la tripartizione dantesca della Commedia in Inferno, Purgatorio e Paradiso, la sua versione dei fatti sulla crisi economica, politica ed etica che affligge il nostro Paese, suggerendo possibili vie d’uscita, con particolare riguardo alla tematica ambientale. Si immette così a pieno titolo, grazie alla sua esperienza sul campo, nel dibattito su giovani e mercato del lavoro, affrontando temi come disoccupazione e “bamboccioni”, focalizzando la sua attenzione sulla necessità di nuove e pregnanti sinergie tra imprese e atenei e sull’importanza fondamentale dell’istruzione. Il lavoro si incentra soprattutto sulla piccola e media impresa, che deve necessariamente fungere da perno per il rilancio economico, sociale ed etico dell’intero territorio nazionale. Uno zibaldone, quello di Bruscino, che raccoglie pensieri, opinioni, lettere indirizzate a politici come a esponenti della società civile, attraverso cui l’autore si pone come un vero e proprio viatico per comprendere e analizzare, se non esorcizzare, fenomeni di attualità che ormai segnano nel profondo la nostra quotidianità.
Il bivio. Sogni e speranze dei giovani italiani in tempo di crisi
Questo libro è un’istantanea di storie, sogni e speranze dei giovani italiani, che oggi vivono e si barcamenano tra numerose incertezze, tra crisi economica e sociale, tassi di disoccupazione soprattutto giovanile mai toccati prima e una visione del futuro che sembra più nera del passato. Ne esce il ritratto di una generazione preoccupata per il domani, in crisi di valori e di modelli, ma questi ragazzi chiamati con i più fantasiosi nomignoli, da Bamboccioni, a Choosy, a Neet, continuano a essere la nostra migliore speranza per ridisegnare un futuro e un destino migliore di quello che si è vissuto in questi anni. La nostra migliore gioventù non solo è viva, ma resta la più grande risorsa a cui attingere per rinnovare il nostro sistema paese, oggi più che mai i nostri ragazzi rappresentano l’unica vera garanzia di continuità storica, sociale, politica ed economica e soprattutto rappresentano la possibilità di ricreare un patto generazionale che riporti l’Italia a guardare il futuro con un sentimento di speranza e non più di paura.
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